La defecografia e la cistodefecografia
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Attilio Nicastro - MioDottore.it
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A volte, particolari problemi di stipsi esplusiva sono causati da una stenosi del canale rettale, conseguente a patologie, interventi chirurgici mal riusciti oppure per conformazione congenita.
Laddove vi siano dei problemi alla normale evacuazione, ed il medico voglia quindi approfondire le cause del disturbo, può essere utile eseguire un particolare esame noto come defecografia.
Leggi questa pagina per sapere come si svolge l'esame, per cosa è prescritto e le modalità di esecuzione dello stesso.
Cos’è la defecografia?
La defecografia è un esame radiologico, utile per analizzare le disfunzioni del pavimento pelvico che si manifestano con sintomi legati soprattutto alla defecazione.
È un esame che si esegue iniettando il mezzo di contrasto baritato direttamente nell’ampolla rettale e, se necessario, possono essere opacizzate anche la vescica o la vagina (nelle donne).
Quando nell’uomo è analizzata anche la vescica, l’esame prende il nome di cistodefecografia, mentre nella donna, analizzando anche la vagina, l’esame ha il nome di colpocistodefecografia.
Quando è prescritta la defecografia?
La defecografia è un esame indicato in tutti i casi quando si hanno problemi alla defecazione, in particolar modo nella stipi espulsiva e nel rettocele per le donne.
È indicato anche nella sindrome del perineo discendente, nel dolore cronico pelvico, nel prolasso urogenitale e rettale.
Grazie alla defecografia è possibile studiare tutte le fasi della defecazione, ed identificare quindi le eventuali anomalie patologiche che portano il paziente ad avere problemi durante lo svuotamento dell’ampolla rettale.
Come si esegue la defecografia?
Un rettocele evidenziato dalla defecografia
La defecografia si esegue somministrando al paziente, circa due ore prima dell’esame, un clistere lassativo.
Poco prima dell’esame, viene introdotta in ampolla rettale una soluzione a contrasto contenente bario, per mezzo di una siringa con cono a catetere.
Nel caso che si debba contestualmente eseguire anche una cistodefecografia o una colpocistodefecografia, la soluzione di contrasto viene delicatamente inserita anche in vescica e (nelle donne) nella vagina.
Il paziente viene poi posizionato su una comoda o water radiotrasparente, dove dovrà provvedere all’espulsione della soluzione di bario.
Durante l’espulsione il paziente dovrà provvedere a specifiche manovre di contrazione dei muscoli pelvici, su indicazione dell’operatore.
Tutto il processo di espulsione viene rilevato da uno speciale apparecchio radiografico, in grado di riprendere tutti i movimenti del retto e degli organi cavi (opacizzati dal contrasto).
L’esame termina quando il paziente ha espulso tutto il bario.
La defecografia è dolorosa?
No, la defecografia non è dolorosa.
È un esame dinamico, che grazie ai raggi X ed il mezzo di contrasto permette al medico di visualizzare come vengono espulse feci ed urina, ed il ruolo che ha il pavimento pelvico.
Non è quindi prevista la presenza di dolore di alcun genere, se non il fisiologico fastidio dell’introduzione in ampolla della soluzione a contrasto.
Quello che viene però spesso lamentato dai pazienti è la sensazione di naturale imbarazzo durante l’esame: l’atto della defecazione è sovente visto dai più come un atto intimo, in cui (per molti motivi, anche antropologici) si desidera stare da soli, non visti dagli altri.
La defecografia mette quindi il paziente in obbligatoria condizione di evacuare di fronte a medici ed operatori, e questo può causare sensazione di forte imbarazzo, sopratutto quando si viene ordinati di eseguire determinate manovre.
Sono comunque effetti e sensazioni risolvibili con la giusta preparazione ed il giusto supporto medico in sede di esame.
Ci sono controindicazioni alla defecografia?
La defecografia è un esame radiologico, che quindi prevede l’assorbimento di radiazioni ionizzanti (raggi X).
Non è quindi possibile effettuare l’esame in stato di gravidanza presunta od accertata.
La defecografia comporta dei rischi?
La defecografia è un esame molto sicuro, ma è un esame particolarmente invasivo che può comunque comportare dei (seppur rari) rischi.
La soluzione di contrasto al bario può provocare infiammazioni locali, mentre i rischi di perforazione intestinale sono estremamente rari.
L’esposizione a radiazioni ionizzanti di una defecografia a raggi X è minima, ma va comunque considerata.
Per i giorni seguenti l’esame, il paziente può continuare ad espellere feci particolarmente chiare, ma ciò non deve essere motivo di preoccupazione: è la normale e graduale eliminazione del contrasto, che finirà dopo un certo numero di evacuazioni.
Se è stata eseguita una cistodefecografia o una colpocistodefecografia, è possibile che l’emissione di urine successiva all’esame possa presentare delle tracce di sangue.
Ciò può essere causato dal trauma del catetere utilizzato per necessari il mezzo di contrasto nella vescica.
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Quindi ricorda che...
- La defecografia è un esame utile per valutare l'effettiva capacità espulsiva delle feci del paziente;
- Quando l'esame comporta anche l'analisi della minzione, e quindi dell'espulsione dell'urina, è chiamato cistodefecografia;
- Nelle donne, l'esame è particolarmente utile per valutare la presenza del rettocele e della sua reale estrusione nella vagina;
- La defecografia è un esame radiologico a mezzo di contrasto, e quindi prevede una piccola esposizione alle radiazioni ionizzanti;
- L'esame non è doloroso ma può risultare imbarazzante per il paziente, che comunque viene supportato dagli operatori medici
Da anni studia e sperimenta tecnologie chirurgiche a bassa invasività e con basso dolore post operatorio per risolvere nel modo meno traumatico possibile i problemi di prolasso emorroidale, di ragadi e di fistole anali.
Nel corso della sua trentennale professione, ha operato con successo migliaia di pazienti affetti da patologia emorroidale, avendo sempre un particolare riguardo verso l’importanza di conservare la normale funzionalità anale, garantendo al contempo risultati duraturi.
Il Dott. Attilio Nicastro opera come Responsabile nel Dipartimento di Colonproctologia dell’European Hospital di Roma, e riceve nei suoi studi di Roma, Milano, Lecce e Lamezia Terme.
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